Lo show targato Amazon Prime ha ottenuto uno straordinario successo regalando agli italiani svago e tante risate. Un compito non facile di questi tempi portato a termine con maestria dai dieci comici in gara. Unica pecca, a detta di alcuni critici eccessivamente zelanti, la scelta di rendere disponibili le puntate a partire dalla mezzanotte rendendo lo spoiler quasi d’obbligo.
Un gioco al massacro, che prevede di non ridere per sei ore consecutive davanti a battute e numeri comici. Questo il fulcro di Lol: Chi ride è fuori, lo show di Amazon Prime Video capitanato da Fedez e Mara Maionchi. Un programma che avrebbe potuto essere la rappresentazione televisiva del “senza senso” e che invece ha saputo rispettare tempi e modi del cast, permettendo all’estro dei dieci concorrenti in gara di manifestarsi con personalità.
A spiccare per impeto e fantasia sono stati Elio, Frank Matano e Katia Follesa. Con gag comiche e sketch divertenti sono riusciti a eliminare a uno a uno gli avversari, incapaci di resistere all’ilarità dei loro gesti.
Il responso di critica e pubblico è stato unanime: un trionfo, fino ad ora il più grande per la piattaforma di streaming. L’impresa era già stata tentata con Celebrity Hunted, un altro reality importato dall’estero, che tuttavia non era riuscito a ottenere i risultati sperati.
Appurato il successo del contenuto proposto, a destare perplessità negli spettatori più legati ai principi della tv generalista è stata la distribuzione dei sei episodi, suddivisi in due blocchi a distanza di una settimana. Nel primo caso, trattandosi di una fase intermedia, tutto è filato liscio. L’attenzione era puntata unicamente sulle prestazioni dei comici in gara.
Elio, con il suo costume da Gioconda, è stato il vero mattatore del programma. Virale il suo tip-tap, così come la reazione di Franck Matano. Nel tentativo di sottrarsi alle risate il comico ha dato vita a una performace altrettanto esilarante. Apprezzatissimo anche Lillo con il suo personaggio Posaman, un supereroe con il potere di assumere una posizione diversa – e caricaturale – ogni volta che qualcuno pronuncia il suo nome.
Tutto bene fino al rischio spoiler
Le prime quattro puntate sono state accolte con serenità dal pubblico, ma l’atteggiamento è cambiato in occasione delle ultime due, in cui è stato proclamato il vincitore. I più tradizionalisti, abituati alle messe in onda tipiche della televisione, sono insorti gridando al rischio spoiler. A detta loro infatti distribuire gli episodi finali a partire dalla mezzanotte significava rendere lecito un dibattito – quello sul comico trionfante – che non rispettava tempi e orari considerati “giusti”.
Un pensiero vincolato all’idea della televisione come un rito collettivo, del “qui e adesso” imposto dal palinsesto fisso, che mal si concilia con le piattaforme streaming e i servizi on-demand. Il principio cardine alla base di questi, infatti è una maggiore libertà, la possibilità di scegliere il come e il quando.
Approcciarsi a questi nuovi programmi con gli occhi e la mente ancorati alla vecchia e cara idea di TV non fa che ridimensionarne il potenziale. È quindi arrivato il momento di liberarsi dai preconcetti del passato e di godere dei contenuti a portata di click.